mercoledì 29 giugno 2011

Un libro per riflettere: "Italia Reloaded"

Copertina 14941

                                                                                                            
scavi archeologici paestum

                                                                                                          
Il testo apparso in questi giorni in libreria porta una serie di considerazioni estremamente interessanti sul rapporto fra la gestione dei beni culturali e la dimensione sociale ed economica dell'Italia di questi anni.
In particolare i due autori sviluppano una considerazione riguardo a tale relazione: la condizione di estrema difficoltà delle nuove generazioni ad entrare nel mondo del lavoro e quindi di poter incidere nella società con nuove forze ed idee. Questo aspetto viene calato al centro della riflessione sul rapporto fra la condizione di stallo economico in cui la nostra Nazione si trova ormai da diversi anni e il preoccupante stato in cui versa il binomio conservazione - valorizzazione del patrimonio artistico italiano. Quest'ultimo, sottolineano i due autori, rimane ancora aggrappato a concezioni e schemi vecchi e obsoleti, i quali da troppo tempo impediscono all'innvazione, alla crreatività ed alla produzione culturale di divenire fattori propulsivi. Non solo, tali elementi possono costituire una delle soluzioni da sfruttare sul versante economico come fattori dinamici per una ricostruzione identitaria del Paese. 
La situazione nella quale versano i Beni culturali in Italia è rivelatrice del blocco psicologico all'interno del quale la nazione è rinchiusa: ancora gestita da una generazione ormai invecchiata, paurosa delle innovazioni e che non investe sulla nuova generazione che verrà, generando forme di amnesia collettiva e di paralisi. La questione del ruolo delle arti contemporanee a questo proposito è un altro elemento rivelatore di un diffuso modo di essere, il rifiuto verso di essa è il timore a considerare quelle inedite forme di esperienze verso le quali è naturalmente proiettata qualsiasi forma di sperimentazione, propia dei giovani e quindi il rifugiarsi verso le più rassicuranti forme d'arte.
La Radio Tre della Rai, all'interno della trasmissione  "Fahrenheit " ha discusso con uno degli autori sul contenuto del libro. All'interno del Post vengono proposti una brevissima scheda di presentazione e un link che rimanda al sito della trasmissione per ascoltare il colloquio.
Vince


Paradossalmente, l'Italia, il paese "che ha la cultura nel suo DNA" è anche quello che è rimasto, in questo campo, aggrappato a vecchi schemi e a concezioni obsolete, prima fra tutte la distinzione netta tra salvaguardia del patrimonio artistico e produzione culturale contemporanea. Lo scrigno in cui conserviamo il patrimonio artistico è però diventato, di fatto, una tomba, che ospita il rimosso della cultura e imprigiona il paese da almeno trent'anni in una condizione di amnesia collettiva e di paralisi creativa, oltre che imprenditoriale e organizzativa. Da questa trappola bisogna uscire: secondo gli autori, innovazione, creatività e produzione culturale sono gli unici elementi in grado di rompere il blocco psicologico che penalizza l'Italia, anche sul versante economico, diventando i fattori propulsivi della ricostruzione identitaria del paese.

Christian Caliandro, storico dell'arte, svolge attività di ricerca presso la Fondazione Università IULM di Milano. Ha pubblicato "La trasformazione delle immagini" (Mondadori Electa, 2008). Collabora con "Exibart". Pier Luigi Sacco è professore ordinario di Economia della cultura nell'Università IULM di Milano. E' autore di numerose pubblicazioni su riviste e volumi collettanei. Collabora con "Flash Art".

da Rai Radio Tre - I libri di Fahrenheit - 27 giugno 2011





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