domenica 26 giugno 2011

RassegnArte - di domenica 26 Giugno 2011

 Il nuovo polo artistico milanese

Nasce un grande progetto culturale per la città di Milano da parte della nuova giunta cittadina in Piazza della Scala

L'iniziativa del gruppo bancario Intesa Sanpaolo di aprire nelle sue sedi storiche di Milano un grande museo - con spazio espositivo che risulta doppio rispetto a quello della Pinacoteca di Brera (8.300 metri quadrati espositivi) - è nel solco di questa tradizione, che l'ipercapitalismo nichilista appariva aver cancellato. E parzialmente cancellato persino a Milano, dove sino all'età di Mattioli, Olivetti e Mattei la finanza e l'impresa avevano svolto un ruolo determinante nello sviluppo civile, accanto a quello del cattolicesimo ambrosiano.
MILLE OPERE - Così, dopo il museo Diocesano aperto anni fa, e dopo l'inaugurazione del civico museo del Novecento l'autunno scorso, ora la prima banca italiana destina ampi spazi per esporre opere d'arte: inizialmente saranno 200, ma entro il 2012 circa mille tra quelle del suo patrimonio costituito da diecimila pezzi. Questa iniziativa fa parte di «Progetto Cultura», un vasto impegno della banca nel campo dei Beni culturali. Un impegno che comprende la già avvenuta apertura di palazzi storici diventati musei (Palazzo Zevallos a Napoli e Palazzo Leoni Montanari a Vicenza, più una prossima apertura a Torino) e l'iniziativa «Restituzioni», con la quale la banca ha finanziato il restauro di 600 opere indicate dalle sovrintendenze. «Si tratta di un progetto - ha dichiarato il direttore del «Corriere della Sera» Ferruccio de Bortoli introducendo ieri la presentazione dell'iniziativa - che è un'offerta nazionale e federalista insieme, perché intende unire e non dividere».

IL QUADRILATERO - Il nuovo museo milanese si chiamerà Gallerie di Piazza Scala e darà vita a un «nuovo quadrilatero» - così non ci sarà solo quello della moda (guarda la mappa). Coinvolge quattro palazzi storici riadattati dall'architetto Michele De Lucchi (il Comitato scientifico del progetto è costituito da Gianfranco Brunelli, Aldo Grasso e Fernando Mazzocca). Si tratta di Palazzo Anguissola, un edificio commissionato dal conte Antonio Anguissola a Carlo Felice Soave nel 1775; l'ampliamento di questa dimora realizzato nel 1829 dal maestro del neoclassicismo Luigi Canonica; l'adiacente Palazzo Brentani-Greppi e l'ex sede della Banca Commerciale, costruita su piazza Scala da Luca Beltrami tra 1909 e 1911 in stile rinascimentale. Nelle oltre venti sale ricavate all'interno di questi spazi le opere saranno collocate con particolare attenzione al rapporto tra genere figurativo e contesto decorativo. A metà settembre aprirà la prima parte di questo intervento, quella di Palazzo Anguissola dedicata alle collezioni del XIX secolo. Qui saranno esposte 200 opere provenienti sia dalle collezioni della banca sia da quelle della Fondazione Cariplo («135 quadri sui 767 di proprietà della nostra fondazione» ha dichiarato il presidente della Cariplo Giuseppe Guzzetti) con particolare attenzione per la stagione romantica e risorgimentale. Ci saranno opere di Francesco Hayez, Gerolamo Induno, Angelo Inganni, ma anche di Mosè Bianchi, Gaetano Previati e Aristide Sartorio. Un allestimento particolare sarà qui riservato ai bassorilievi del Canova.

da Pierluigi Panza, in Corriere.it del 23 giugno 2011

 IL "LEVIATANO" DI KAPOOR

E' visibile in questi giorni la nuova e monumentale opera di Kapoor, l'artista anglo-indiano che incentra la sua ricerca sull'immaterialità dell'arte.

PARIGI  - E' un colpo d'occhio impressionante: un enorme pallone, anzi tre, gonfiati all'interno del Grand Palais. Ne riempiono lo spazio (72 mila metri quadri) quasi per intero, fino a sfiorare la meravigliosa "verrière", la vetrata che fa da tetto al palazzo sui Campi Elisi (costruito per ospitare l'Esposizione Universale del 1900), fino a entrare nel suo gioco di ferro e di vetro. Invitato dalla quarta edizione di MONUMENTA (aperta ieri, fino al 23 giugno),  Anish Kapoor, scultore, architetto, artista star angloindiano (nato a Bombay nel '54, arrivato a Londra nel '73), ha immaginato un'opera enorme, dall'interno cavo, e l'ha chiamata "Leviathan" come il  mostro marino della Bibbia.

E' una forma composita, sono tre sfere di tessuto plastico saldate tra loro; ognuna occupa un'ala del Grand Palais. Se ne stanno lì, leggere e pesantissime, costantemente gonfiate da due ventole; sono di un colore tra il marrone e il melanzana (il colore del sangue, dice Kapoor) scuro come i sentimenti che l'opera suscita. Non a caso Kapoor ha voluto dedicarla all'artista cinese Ai Wei Wei, arrestato dal regime, del quale da molte settimane non si hanno più notizie. Dopo aver passeggiato tra le sue meravigliose, monumentali curve esterne, nella "balena" si può entrare in trecento e vi sono previsti spettacoli di teatro e di circo. E'
soltanto all'interno che le tre forme (seni di donna? mongolfiere? le navate di una cattedrale?) diventano veramente distinguibili, e la struttura si fa chiara, trasparente: di giorno si intuiscono le forme della "verrière" , di sera sembra di essere dentro a una lanterna rossa. "La vallata oscura, matrice del mondo, è anche la matrice della mia percezione" dice Kapoor, il quale spera "di ritornare all'interno della caverna, verso il buio, verso forze oscure, mobili, indefinibili". Ha pagato di tasca sua il materiale dell'opera che gli appartiene quindi interamente (e chissà dove finirà dopo MONUMENTA).

Attentissimo a forme e colori, non è la prima volta che Anish Kapoor lavora su una geometria complessa e su opere monumentali: basti pensare all'altrettanto impressionante  "Marsyas", creato nel 2002 per la Sala delle Turbine, ingresso della Tate Modern a Londra, o all'ipnotico "Yellow" installato due anni fa alla Royal Academy sempre a Londra. "Marsyas" era stata realizzata in pvc rosso fuoco dalla stessa fabbrica francese che ha creato i 166 pannelli del "Leviathan": 12 mila metri quadrati di tessuto. "Trama e ordito sono in poliestere" dice Françoise Fournier della "Serge Ferrari", "mentre la copertura è in polymer non allungabile. E' un tessuto molto stabile che crea un'ondulazione misurata". Ci sono voluti sette giorni e trenta uomini per saldare insieme i pannelli di tessuto e per gonfiare la struttura (lunga cento metri, larga settantadue e alta trentatre). La fila fuori dal Grand Palais è già lunghissima.

Da Laura Putti, in Repubblica.it del 16 maggio 2011
 

Nessun commento:

Posta un commento