martedì 21 giugno 2011

Recensione Biennale di Venezia 2011

Presentiamo in questo Post alcune brevi recensioni dei padiglioni più interessanti della biennale veneziana appena aperta. possono essere un utile esempio per un rapido sguardo sulle ultime ricerche attuate nel campo artistico.

Vince


Finalmente, cari lettori, è giunto il momento di elencare il meglio della 54° Biennale di Venezia, quello che mi è piaciuto, incuriosito ed emozionato e che ho trovato particolarmente attraente. Naturalmente prendete questa disanima come una mia particolare e personalissima classifica sulla base dei miei gusti e interessi.
Ecco la classifica dei migliori Padiglioni nazionali ai Giardini:
-         Padiglione Ungheria: forse quello che mi ha più colpito! Con Crash - Passive Interview, l'artista Hajnal Németh presenta un'opera lirica sperimentale che si svolge sul palcoscenico della vita e ripercorre storie di incidenti stradali realmente avvenuti. Un ambiente rosso immette in una stanza con un rottame di una macchina incidentata per poi entrare in una stanza con i porta spartiti che presentano i libretti dei dialoghi, finché un video non inscena il dialogo passivo tra vittima e intervistatore in forma lirica.
Padiglione Ungheria 1.jpg Padiglione Ungheria 2.jpg Padiglione Ungheria 3.jpg Padiglione Ungheria 4.jpg
-         Padiglione Giappone: molto poetica la video animazione dell'artista giapponese Tabaimo, un'avvolgente ambientazione multimediale che ingloba anche un pozzo proiettato verso il piano terra, ribaltando la percezione di acqua e cielo, terra e spazio.
Padiglione Giappone 1.jpg Padiglione Giappone 2.jpg
-         Padiglione Germania: ha vinto il Leone D'Oro con l'opera di Christoph Schingensief, deceduto nel 2010 pochi mesi dopo la nomina alla Biennale. Il Padiglione presenta i differenti aspetti della ricerca dell'artista, soffermandosi sulla disperata malattia autobiografica. L'allestimento ricostruisce una chiesa con le proiezioni di diversi film e azioni performative registrate in vita dall'artista tedesco (che ha condiviso diverse atmosfere Fluxus) facenti parte dell'opera A Church of fear vs. the Alien Whitin. Un'installazione cruda e cupa che rappresenta una moderna crocifissione in cui protagonista è un affetto da disabilità fisica e mentale.
Padiglione Germania.jpg Padiglione Germania 1.jpg Padiglione Germania 2.jpg Padiglione Germania 3.jpg
-         Padiglione Korea: l'artista Lee Yongbaek ha creato un percorso in cui una video installazione si sofferma sul contrasto tra Angeli e Soldati mentre il percorso presenta alcune stampelle con le casacche militari, ma con la fantasia fiorata, recanti i nomi di alcuni artisti storici come Duchamp, Nam June Paik e Beuys. In un'altra sala, poi, uno specchio sembra improvvisamente animarsi con una rottura che provoca un rumore assordante. Da qui prende vita il confronto tra realtà, illusione e simulacro, che confluisce nella rappresentazione di due cyborg che inscenano la Pietà.
Padiglione Korea 1.jpg Padiglione Korea 2.jpg Padiglione Korea 3.jpg
-         Padiglione Francia: non è una sorpresa l'opera di Christian Boltansky che presenta il repertorio di vite umane che scorrono velocissime su dei rulli come fossero pellicole cinematografiche in azione. Tante vite nascono, tante ne muoiono e vengono registrate da timer rossi e verdi. Lo spettatore può bloccare il flusso di queste immagini su uno schermo che compone casualmente sguardi e bocche diverse, a formare una nuova identità quando si tocca un pulsante che ferma lo scorrere delle immagini.

da www.Repubblica.it del 23/05/2011

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