sabato 25 giugno 2011

Lucio Fontana e lo Spazialismo

All'interno di questo Post vi sono notizie relative alla poetica e ai caratteri stilistici dell'autore e della corrente dello Spazialismo che contribuì a fondare. 


 Lucio Fontana (Rosario, 19 febbraio 1899Comabbio, 7 settembre 1968) è stato un artista, pittore e scultore italiano nato in argentina, fondatore del movimento spazialista.

La sua attività artistica inizia nel 1921 lavorando nell'officina di scultura del padre Luigi Fontana e, del collega e amico del padre, il molinellese Giovanni Scarabelli.
Sin dal 1949, infrangendo la tela con buchi e tagli, egli superò la distinzione tradizionale tra pittura e scultura. Lo spazio cessò di essere oggetto di rappresentazione secondo le regole convenzionali della prospettiva. La superficie stessa della tela, interrompendosi in rilievi e rientranze, entrò in rapporto diretto con lo spazio e la luce reali.
Le sue tele monocrome, spesso dipinte a spruzzo, portano impresso il segno dei gesti precisi, sicuri dell'artista che, lasciati i pennelli, maneggia lame di rasoio , coltelli e seghe.
Tutto è giocato sulle ombre con cui, specie la luce radente, sottolinea le soluzioni di continuità.
Nato in Argentina, dove visse fino a sei anni e tornò durante la seconda guerra mondiale, Fontana giunse alla sua poetica meditando la lezione del barocco, in cui, come egli scrisse le figure pare abbandonino il piano e continuino nello spazio.
Del movimento spazialista egli fu il fondatore e il più noto rappresentante, presto affermato anche sul piano internazionale.
Come gesti apertamente provocatori vanno intese certe sue tele monocrome che, quali i buchi ed i tagli, scandalizzarono il pubblico anche per la facilità con cui è possibile rifarle[1].
Numerosi furono infatti i falsari, ma pochi con un segno altrettanto sicuro. Fontana, per cautelarsi, scrisse sul retro di ogni tela frasi insensate, semplice appiglio per una perizia calligrafica.
La moglie Teresita Rasini, nel 1982, ha dato vita alla Fondazione Lucio Fontana.

I caratteri formali e la poetica di Fontana

La grande svolta artistica del maestro italo-argentino risale al 1947: firma il “Primo Manifesto dello Spazialismo”.
Le sue capacità espressive sono la coerenza, il rigore della logica e la ferma volontà di affermare un concetto. Le opere messe da lui in luce sono quindi denominate “Concetti Spaziali”, perché tutto nasce, vive e muore nella dimensione e qualsiasi cosa si faccia determina un'ampiezza.
Lucio Fontana nega qualsiasi immagine dello spazio rappresentato dalla pittura e dalla scultura tradizionale. Come pittore riesce ad andare oltre la pittura, oltre la tela, sonda l'area al di fuori del quadro che è pure esso una parte di spazio.
Nel 1947 annulla la pittura: colora in forma monocroma la tela e poi, con cura, la trafigge con un punteruolo.
L’artista distrugge anche gli schemi della scultura classica: modella grosse sfere e poi le spacca, entrando così in un'altra dimensione spaziale.
Nella fine degli anni ’50, Fontana realizza nuove tele, sempre in unico colore, e le fende con un taglierino. Questi tagli su tela, denominati ”Concetti Spaziali – Attese” diventano il simbolo dell’Arte Moderna Italiana nel Mondo.
Il taglio è un gesto che attraversa la tela, impiega un tempo di percorso, ovvero un’attesa, ed afferma una continuità tra lo spazio esterno ed interno al piano.
La lama di  Lucio Fontana è, inoltre, simbolo di istinto sessuale maschile che attraversa l’intimo femminile (tela) e da questo incontro d’amore si genera un nuovo spazio.
Con tali gesti netti e decisi, l’artista ha disintegrato la finzione spaziale della pittura e della scultura, annullando, così, una finzione, Fontana mette in luce una nuova realtà. Il taglio sulla tela è, senza dubbio, un simbolo nel simbolo: la volontà di “tagliare” le radici a tutte le tradizioni artistiche per accedere ad un nuovo “spazio” dell'Arte.
Lo scandalo provocato dalle sue “Attese” ha distrutto il muro di confine del mondo della creatività. Il taglio di Fontana è un taglio che divide, da un lato segna l’apice filosofico del genio concettuale, dall’altro apre un varco a grosse polemiche da parte di chi ha una visione sorpassata, miope ed incompleta dell’Arte e non riesce o non vuole capire un’opera che “chiunque potrebbe fare”.

Sul movimento Spazialista


Il movimento spazialista è nato intorno al 1950, fondato da Lucio Fontana.
Il primo testo teorico alla base della nascita dello Spazialismo è stato ideato da Fontana nel 1946 a Buenos Aires, in Argentina: il cosiddetto "Manifiesto Blanco", dove si iniziano a delineare le urgenze di un superamento dell'arte come sino ad allora concepita e ormai "stagnante", inserendo le dimensioni del tempo e dello spazio.
I pittori spazialisti non hanno come priorità il colorare o dipingere la tela, ma creano su di essa delle costruzioni che mostrano agli occhi del passante come, anche in campo puramente pittorico, esista la tridimensionalità. Il loro intento è dar forma alle energie nuove che vibravano nel mondo del dopoguerra, dove la presa di coscienza dell'esistenza di forze naturali nascoste come particelle, raggi, elettroni premeva con forza incontrollabile sulla "vecchia" superficie della tela. Tali forze troveranno lo sfogo definitivo nel rivoluzionario gesto di Fontana, che bucando e tagliando la superficie del quadro, fece il passo finale di distacco dalla "vecchia" arte verso la nuova arte spaziale.
Oltre all'iconico taglio del caposcuola Fontana vanno ricordate le più note ricerche degli altri artisti spazialisti:
Mario Deluigi ha inciso la tela grattandone il colore e creando con i suoi graffi fantasmagoriche nuvole di scintille che prefiguravano i movimenti delle particelle nella luce.
Roberto Crippa ha ricreato sulla tela vertiginose spirali nelle quali si può riconoscere la forma intima dell'energia, come nelle orbite degli elettroni attorno all'atomo.

da Lucio Fontana di Wikipedia
altre fonti disponibili: Edeordo Valerio in Arte di Lucio Fontana



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